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SAN SERVOLO: Progetto per l'utilizzo dell'isola di Giuliano Graziussi (Speciale di Vivere a Venezia, Gennaio-Giugno1994)

Ipotesi

La parte interna della facciata della chiesa, cui è addossato l'organo dei Nacchini (per saperne di più...)

L'isola di San Servolo in un antica stampa della fine del '700

L'antica farmacia dell'isola con i mobili e le strutture murarie messe a restauro

Dal XVIII secolo l'isola di S. Servolo è un simbolo delle scienze neuro-psichiatriche. La sua funzione di ricovero nosocomiale è ancora vivo nella memoria dei Veneti ed è testimoniata dal suo pregevole archivio. Anche l'IRSESC (Istituto per le ricerche e gli studi sull'emarginazione sociale e culturale) è sorto nel 1979 con l'obiettivo di trasformare l'isola in un centro-studi interdisciplinari di scienze sociali e sanitarie. A riguardo chiediamo al Consigliere della Provincia di Venezia, Carlo Possamai, medico, membro del Direttivo della Fondazione IRSESC.

Come potrebbe programmare le attività, configurandole nel recupero e valorizzatile del patrimonio scientifico dell'isola? Prima di rispondere alla domanda, tengo a precisare che se oggi siamo in grado di discutere di un progetto e di prospettive nuove per l'isola di S. Servolo, gran parie del merito è del presidente della Provincia di Venezia (che per Statuto è anche Presidente della Fondazione S. Servolo) Sig.ra Anna Luisa Furlan. Nel recupero dell'archivio: catalogazione e sistemazione dell'archivio clinico da parte di personale con esperienza archivistica, avvalentesi di consulenze in ambito neuro-psichiatrico, finalizzate alla pubblica consultazione da parte di storici della medicina, di storia veneta, ecc. L'archivio potrebbe essere consultato nella biblioteca dell'ex ospedale psichiatrico, adeguatamente restaurata. 11 materiale archivistico, appositamente computerizzato, potrebbe costituire una banca dati consultabile da istituzioni internazionali.

Nel recupero dei materiali: il ricco materiale strumentario (strumenti antropometrici) ed anatomico-patologico dell'ex nosocomio potrebbe essere esposto in una mostra permanente visibile da esperti del settore. In conformità agli obiettivi deU'IRSESC (art. 3 dello Statuto) una parte della struttura dell'isola può essere adibita in funzione alla continuità nella cultura neuro-psichiatrica tradizionale, ce ne vuole parlare per cortesia? Istituire corsi permanenti in ambito neuro-psichiatrico ed economico in collaborazione con istituzioni nazionali ed internazionali finalizzati anche al rilascio di diplomi di specializzazione con particolare attenzione ai paesi in via di sviluppo. A tal fine, e nell'ambito degli obiettivi deU'IRSESC. la Scuola Internazionale di Scienze Neurologiche (ISNV) sta già operando dal 1990: i corsi tenuti periodicamente dall'INSV hanno fatto convergere l'attenzione sull'isola di S. Servolo di organismi internazionali quali l'Organizzazione Mondiale del¬la Sanità (OMS) che, a seguito della collaborazione con l'ISNV, ha istituito una nuova branca delle scienze neuro-psichiatriche: "Neurologia sociale". Promuovere nell'ambito degli obiettivi dell'IRSESC, attività didattiche in materia economica, linguistica, sociale e sanitaria, rivolte ai problemi dell'emarginazione ed in particolare all'immigrazione dai paesi del terzo mondo verso l'Europa. Dare vita ad altri corsi, tavole rotonde e seminari non solo riguardanti le materie suddette, ma anche di più ampio interesse culturale e sociale; potranno essere organizzati da scuole internazionali ed istituti universitari, primi fra tutti quelli di Venezia-Ca' Foscari e Architettura. Il recupero dell'isola secondo il succitato progetto costituirebbe una oculata valorizzazione dell'isola stessa, realizzando il duplice obiettivo di far convergere interessi nazionali ed internazionali su Venezia, portando nuovi istituti nella città, rendendo nel contempo l'isola utilizzabile da parte della città stessa. Secondo tale progetto verrebbe inoltre valorizzata la ispirazione tecnico-scientifica dell'isola di San Servolo, differenziandosi da altri istituti, presenti nella città, che hanno un carattere prettamente umanistico letterario. Quali sono a suo giudizio i problemi inerenti all'inserimento e all'incompa-tibilità della struttura nell'isola? Se quelli fino ad ora descritti possono essere in linea di massima i contenuti funzionati di un progetto di recupero dell'intera isola di S. Servolo, resta da verificare in quale modo essi possano essere dimensionati, quantificati e distribuiti correttamente negli edifici e negli spazi.

Non crediamo, infatti, che gli edifici possano essere dei semplici contenitori dentro i quali possano essere recepite, ad ogni costo, funzioni di qualsiasi tipo. Al contrario gli edifici storici hanno una ben precisata identità che correrebbe il rischio di essere stravolta, qualora si volesse in essi inserire a forza funzioni incompatibili con le loro caratteristiche architettoniche e spaziali. Riteniamo cioè che un progetto funzionale che coinvolga gli spazi debba essere verificato da un progetto di recupero degli spazi stessi. E viceversa. Ed è proprio per questa ragione che non siamo d'accordo con chi crede di poter continuare il restauro dell'isola di S. Servolo senza una precisa destinazione d'uso dei suoi manufatti. Procedendo quindi ad un'ipotesi di larga massima, da far verificare agli specialisti del recupero architettonico, si può pensare che nel nucleo storico possano trovare sede quelle attività che sembrano maggiormente compatibili con lo stesso, quale l'archivio, la biblioteca, le scuole mediche ed i vari uffici, direttivi ed organizzativi.

Nell'isola potrebbero trovar luogo le foresterie e i servizi con una capacità di accoglienza di circa 200 persone, recuperando la funzione di autosufficienza (tipiche nelle strutture conventuali della laguna veneta) superando la dipendenza assoluta del sistema di trasporto.

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